9 Luglio 2015

Le orecchie (Purgatorio)

Le mie orecchie non erano né belle né brutte; quasi mi ero dimenticato di averle perché la mia attenzione, si sa, è sempre stata concentrata sul naso.

Appena uscito dalla “natural burella” e terminato dunque il mio eccezionale viaggio all’Inferno, cominciai però a prestare attenzione anche alle mie orecchie perché furono colpite da qualcosa di completamente nuovo: non più sospiri, pianti e lamenti, ma una specie di armonia.

E dunque come posso narrarvi tutto questo? Chi mi potrebbe aiutare? Non posso che sperare in Calliope, la musa dalla bella voce, capace di suggerirmi come raccontare la storia di tutte quelle anime che si trovavano presso la montagna che avevo di fronte.

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La montagna del Purgatoriola-montagna-del-purgatorio

Era la montagna del Purgatorio che si era formata in mezzo all’oceano quando la terra si era ritirata per non essere toccata da Lucifero, scaraventato giù dai cieli per la sua ribellione a Dio. Le anime di questa montagna non erano più dannate, ma penitenti: erano pronte cioè a purificarsi e, dopo aver dimenticato il peccato, a salire in Paradiso.

Tutta l’atmosfera era diversa: non ero più circondato dalle tenebre, ma dal chiarore soffuso dell’alba; di lì a poco sarebbe stato di nuovo giorno, finalmente! Non sapevo ancora se il tempo sarebbe stato bello o brutto, ma c’era la luce e io ero lì a guardare questo giorno che sorgeva: ne ero felice! Nel cielo, già in parte azzurro, potevo vedere quattro stelle che lo arricchivano con il loro splendore, anzi pareva proprio che il cielo godesse della loro presenza! Peccato che dall’altra parte, sulla terra, queste quattro stelle non si possano vedere! La loro presenza era per me confortante: se le stelle illuminano l’esistenza – pensai fra me e me -, beh, allora, possiamo star tranquilli, allora possiamo procedere, perché c’è sicuramente un grande bene verso cui siamo incamminati!

Il vecchio Catone

Io mi trovavo sulla spiaggia ai piedi della montagna quando vidi vicino a me un vecchio; era solo e degno dello stesso rispetto con cui un figlio dovrebbe guardare il padre; aveva barba e capelli bianchi e lunghi e il suo volto era illuminato dalle luci delle quattro stelle in modo così forte da sembrare che fosse illuminato direttamente dal sole. Allora capii: quelle stelle erano il simbolo della virtù messa in pratica e continuamente cercata da questo saggio durante la sua vita. Udii la sua voce che, rivolgendosi a me e a Virgilio, disse: “Chi siete? Come avete fatto a fuggire dalla prigione infernale? Sono forse cambiate le leggi per cui anche i dannati possono venire alle mie grotte?”. Virgilio mi fece capire che dovevo inginocchiarmi in segno di rispetto; poi gli spiegò che il viaggio era voluto da Dio e che io non ero ancora morto, anche se quando ero nella selva oscura ero stato molto vicino a perdere la via del bene e quindi mi ero trovato in una condizione che non era poi tanto lontana dalla morte. Per questo lui mi era venuto in aiuto, guidandomi in questo viaggio tra i dannati, e ora mi avrebbe mostrato le anime del Purgatorio. Poi aggiunse, riferendosi a me: “Libertà va cercando, ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. Era proprio vero! Ecco cosa stavo cercando: la libertà dal peccato, dal vizio, dalle persone e dalle cose; mi stavo perdendo nella selva oscura proprio perché avevo smarrito la strada della verità che mi avrebbe portato a quella salvezza che per ogni uomo rappresenta la libertà totale: la scelta del bene e della virtù e il rifiuto del male e del peccato che riducono l’uomo in schiavitù. Mi risultava in quel momento più facile capire perché….