9 Luglio 2015

Il naso (Inferno)

Sapevo di avere un naso un po’ troppo lungo e per questo alcuni mi prendevano in giro, ma non mi offendevo: tra amici, si sa, si ride e si scherza; avevo un difetto, ecco tutto, ma anche gli altri non erano perfetti. Lapo, per esempio, era un po’ robusto; Cino non sapeva pronunciare bene la erre; Guido forse era un po’ lunatico…non erano questi i problemi della vita, non era di certo il mio naso che mi turbava.

Dante Ritratto Rosso“La selva oscura”

A dire il vero non ero proprio tranquillo, arrivato a 35 anni c’era qualcosa che mi preoccupava: mi accorgevo di non riuscire più a vedere bene intorno a me, era come se ci fosse solo buio; eppure io desideravo guardare ancora le cose belle. Mi sentivo smarrito; ero come precipitato in un baratro, in una “selva oscura”.

Così mi capitava di fermarmi spesso a riflettere sulla mia vita e su quello che mi stava succedendo. Ero ormai un uomo maturo, ero uno dei cittadini più stimati di Firenze e di lì a poco sarei diventato priore, cioè l’uomo politico più in vista della mia città; insomma, per farla breve, avevo successo, ero anche ricco e, per mia fortuna, non avevo perso gli amici di sempre…

E allora, perché mi sembrava che niente avesse un senso? Perché guardavo, ma non vedevo? Perché mi sentivo triste e deluso? Non lo sapevo.

Il colle illuminato

Un giorno, se non ricordo male era il venerdì santo dell’anno 1300, proprio mentre riflettevo e cercavo di capire in che modo avrei potuto superare la crisi in cui ero sprofondato, per un brevissimo istante vidi la cima di un colle brillare, illuminata dai raggi del sole; sì, avevo visto bene: era di nuovo la luce lassù, la vedevo! Oh, che sollievo essermi liberato da quel maledetto peso! – pensai tra me e me. Avevo come l’impressione che bastasse salire quella collinetta per tornare come prima e ritrovare me stesso. Non vedevo l’ora di uscire da quella situazione per raccontare tutto a Lapo, a Guido e a Cino, perché, chissà, magari anche a loro poteva essere successo qualcosa di simile e quindi ne avremmo parlato e magari, poi, riso insieme.

Alzai di nuovo lo sguardo: il colle era sempre lì, lo vedevo, anzi era l’unica cosa che riuscivo a vedere bene, perché tutto intorno c’era ancora quello strano buio che mi faceva paura.

Mi chiedevo anche se il problema stesse forse nei miei occhi: come mai potevo vedere solo quei luminosi raggi?

Fu a questo punto che si attivò il mio naso; eh sì, avete capito bene, proprio “quel” naso che ovviamente non mi serviva a raggiungere la luce che mi avrebbe salvato, ma sicuramente mi permetteva di sentire gli odori che c’erano lì intorno.

Le tre fiere

Infatti a poco a poco, subito dopo aver incominciato la salita su per il colle, sentii un odore di animale selvatico….

Dante-le-tre-fiere