8 Ottobre 2015 – Lunigiana Dantesca

La “Fortuna di Dante” è un interessantissimo capitolo della Dantistica opportunamente trattato con voce dedicata in Enciclopedia Dantesca. Il tema approfondisce l‟evoluzione della presenza del Nostro nel tessuto culturale e sociale delle varie epoche storiche, contemporaneità compresa.

Si tratta, invero, di un argomento di cruciale importanza se è vero, come afferma il CLSD, che la Divina Commedia è il Veltro allegorico che caccerà la Lupa, madre di ogni vizio, nell’Inferno da cui è stata scatenata da «’invidia prima», cioè Lucifero in persona: più è alto il grado di presenza di Dante (e perciò del Poema) nella società, più è forte ‘azione secolare del Veltro. Tralasciando qui la storia nei diversi secoli, è possibile affermare che nel corso del ‘900 sono oggettivamente notevoli i successi conseguiti dalla cultura dantesca: dalla considerazione dei Papi (da Benedetto XI, che gli dedica l‟enciclica In praeclara summorum nel 1921, in occasione del VI Centenario della morte, a Paolo VI, che nella Lettera Apostolica Altissimi cantus, scritta a conclusione del Concilio Vaticano II, nel 1965, VII Centenario della nascita, in cui lo eleva a Ecumeno di Santa Romana Chiesa), fino alla vasta popolarità seguita alla potente azione mediatica di un Roberto Benigni.

Tuttavia, in questo primo scorcio del XXI secolo si sono manifestate anche forze avverse che sarebbe un grave errore sottovalutare: sono quelle stesse che stanno sottoponendo a duro attacco i fondamenti della civiltà europea quali la Famiglia, il Presepe, il Crocifisso stesso. Tali forze hanno già avanzato in diverse occasioni la richiesta di messa al bando della Divina Commedia. In alternativa chiedono un suo insegnamento condizionato da affidare a personale opportunamente istruito allo scopo. Come dire: un Dante imposto a giusta misura di qualcuno. L’accusa sollevata è che Dante sia un autore omofobo, islamofobico e antisemita. Al di là di simili episodi di imbecillità settaristica e ideologica – veri e propri casi di nazismo letterario ai quali il CLSD ha saputo rispondere con la dovuta puntualità sulle pagine de “Il Giornale” (edizione Ligure) – ciò che non si deve affatto trascurare è il preoccupante, crescente degrado del nostro sistema scolastico, dove Dante resiste soltanto grazie all’impegno di un numero sempre più esiguo di insegnanti eroici.

Si avverte, dunque, la necessità, per mantenere alto il livello della percezione di Dante nella nostra società dei prossimi venti – trent’anni, di svolgere un’azione incisiva sulle nuove generazioni attraverso pubblicazioni dedicate che abbiano un loro valore anche al di fuori della scuola. Il filone editoriale “Dante per i più giovani” è in realtà da anni già in produzione: da tempo, infatti, circolano edizioni illustrate, addirittura a fumetti, della Divina Commedia.

Ma oggi il catalogo si arricchisce di un’opera nuova, una riduzione in prosa del Poema appositamente pensata per i ragazzi delle scuole medie: un lavoro a cui il CLSD applaude. Pensata per l’occasione del 750° anniversario della nascita del padre della nostra letteratura, La Divina Commedia pocket (ed. Sestante), è strutturato in forma di romanzo d’avventura: un comodo Viaggio attraverso l’enorme complessità del Poema dell’Uomo. Redatto da Vilma Cerutti e Isora Paoletto, il Pocket della Divina Commedia è in realtà un’opera per tutti, capace di riassumere gli episodi dell’opera secondo la vecchia, cara “morale” delle favole. Sì, perché la Divina Commedia è una favola bella destinata soltanto alle anime belle dei grandi Romantici: i perfidi gnomi, nemici della nostra civiltà, sono destinati a restare nella loro degna prigione: quella di Inferno XXVIII, dove stanno, squartati come maiali, i Seminatori di Scismi e di Discordie. Ma questo, ovviamente, ai più giovani va detto in altro modo. Ecco perché diciamo un grosso “grazie!” a Vilma Cerutti e Isora Paoletto.

M. M.