18 Settembre 2015 – L’Osservatore Romano
Non è un’antologia, ci tengono a precisare le autrici, Vilma Cerutti e Isora Paoletto. La Divina Commedia Pocket (Bergamo, Sestante Edizioni, 2015, pagine 168, euro 13) è una riduzione in prosa del poema dantesco che non si limita a una sintesi degli episodi più conosciuti, ma li comprende tutti; l’intento è quello di creare un libro divulgativo, che permetta anche agli under dieci di entrare in contatto con Dante.
La divisione in capitoli brevi, poi, dà flessibilità alla struttura e consente l’adattamento alle varie esigenze formative. Il libro infatti si rivolge in particolare ai bambini della scuola secondaria di primo grado, ma può essere utilizzato anche per attività didattiche nell’ultimo anno della scuola primaria, nei percorsi dedicati ai ragazzi dislessici o con sostegno.
È lo strumento adatto anche a chi vuole riprendere in mano la Commedia solo per “guardare le figure” (da secoli gli illustratori si cimentano con gli scenari e i personaggi delle tre cantiche) o ripercorrere rapidamente la storia di questo affascinante viaggio nell’aldilà in una lingua semplice e immediatamente comprensibile, magari mosso dalla nostalgia per quei versi studiati tanti anni prima a scuola. Il libro nasce dalle due grandi passioni che accomunano le autrici: quella per Dante, uno dei più grandi maestri di umanità della storia, e quella per i ragazzi, con i quali, essendo insegnanti, passano molto del loro tempo.
Il Dante de La Divina Commedia Pocket riflette e si pone domande, spronando il lettore a fare altrettanto; il testo è pensato per far emergere gli aspetti educativi dell’opera e vuole stimolare l’apprendimento con la continua riflessione, abito mentale che si può acquisire sin da piccoli. Del resto l’autore aveva scritto proprio «in pro del mondo che mal vive», a vantaggio di chi avrebbe letto la sua storia. «Un libro! — si legge a pagina 163 — Che miracolo accorgermi che l’amore di Dio, che tutto unisce, si presentava ai miei occhi attraverso l’immagine di un libro. Mi commuovevo al solo pensiero che anch’io, al termine del viaggio, avrei scritto un libro, obbedendo al compito affidatomi da Cacciaguida». Ampio spazio viene dato al protagonista e all’esperienza concreta dell’incontro con i vari personaggi. I tre sensi di cui si parla all’inizio di ogni cantica — ovvero l’olfatto (il naso nell’Inferno), l’udito (le orecchie che sentono musica e preghiere nel Purgatorio) e la vista (il gioco di sguardi del Paradiso) — diventano strumenti di conoscenza. Il testo è illustrato da Massimo Giacon, che con il suo tratto fresco ed essenziale disegna un Dante ironico e buffo. Da alcuni suoi bozzetti una celebre azienda italiana di design ha prodotto delle statuine in porcellana che rappresentano i personaggi più noti del poema. E dal libro è nato anche uno spettacolo teatrale, che può essere proposto alle scuole che ne faranno richiesta.
di Silvia Guidi